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Ti do il benvenuto a bordo dell’aliscafo magico Meteor, in partenza per Peterhof dall’Hermitage.

Questa imbarcazione immaginaria – omonima di quella reale – ti condurrà tra il tempo e lo spazio alla scoperta della Versailles russa.

Nei nostri racconti-guida su cosa vedere a San Pietroburgo, la reggia di Petrodvorets – come la chiamano i russi – merita una sezione speciale.

Come hai intuito dal nome, la storia del complesso imperiale è intrecciata con le ambizioni del suo fondatore:

L’imperatore Pietro I, ma anche con quelle dei suoi successori. Prima di continuare tuttavia, voglio farti una domanda…

…secondo te i russi hanno un buon senso dell’umorismo? Ma soprattutto, cosa c’entra questa domanda con Peterhof?

Ti risponderò tra un attimo, adesso assicurati di aver preso una posizione comoda perché stiamo per prendere il largo in direzione del gioiello sul Mar Baltico. 

Come dici? Non ti ho incuriosito? E se ti dicessi che in questo viaggio incontrerai 3 draghi che dimorano in un parco?

fonti immagini: https://putidorogi-nn.ru/

Navigando lungo la baia della Neva per una buona mezz’ora, giungi finalmente sulle rive della residenza imperiale e prendi il canale centrale che collega il grande palazzo al mare

…mentre percorri il corso d’acqua lungo 400m a velocità di crociera, la magia comincia a pervadere il tuo corpo e il presente si fonde col passato.

Ti accorgi ben presto di seguire la stessa rotta dei nobili russi che arrivavano alla reggia di Pietro per le feste di corte e i gran gala.

Nella tua mente si forma chiara l’immagine della storia di questo luogo:

breve storia di Peterhof

3 secoli or sono anche Pietro I si trovava a navigare sulle tue stesse acque.

Di ritorno dall’Europa, l’imperatore sognava una Versailles russa che superasse persino l’originale e non avesse eguali nel mondo…

…così – nel 1714 – commissionò ad Alexander Le Blond la costruzione del Grande Palazzo (Bol’shoj Dvorets) e la cura di un vasto parco di 800 ettari circa.

Il palazzo, inaugurato nel 1723, fu ampliato nel 1745 da Bartolomeo Rastrelli, massimo esponente del barocco italiano presso la corte russa.

A lui si devono le due ali, le gallerie, la cappella e il Padiglione dell’Aquila Imperiale, così come diversi progetti nel parco.

I successori dello zar, soprattutto Caterina II, contribuirono a rendere la residenza ancora più lussuosa e gli interni sempre più sfarzosi.

L’immagine nella tua mente si proietta in avanti di qualche secolo:

vedi molte persone agitate correre alla rinfusa, stanno cercano di nascondere le opere più preziose sotto terra e di mettere al riparo le ricchezze del palazzo.

Siamo nel periodo dell’assedio di Leningrado e i nazisti fanno scempio del patrimonio artistico e culturale di Peterhof.

Molte statue e pareti sono prese come tiro a segno, e il terrazzo principale viene usato come base per i mezzi di artiglieria pesante.

Sono anni terribili e bui della storia umana.

Diverso tempo dopo, grazia alla maestria e l’ingente impegno di una squadra esperta, vengono terminati i lavori di restauro sulla base di quei progetti originali che sono stati conservati.

La tua mente torna al presente e puoi finalmente scendere dal Meteor, ma la magia ormai è dentro te e permea la tua coscienza.

Quando l’attenzione si focalizza sugli eleganti giochi d’acqua che si stagliano sullo sfondo del Palazzo Grande…

Le fontane di Peterhof

…la tua coscienza viene riassorbita nel 1723, anno di inaugurazione della incantevole fontana che si incontra arrivando dal canale.

Il risultato è un capolavoro di architettura e ingegneria idraulica a cui hanno lavorato più menti geniali nel corso di diversi secoli:

La grande cascata

Il progetto originario, disegnato dallo stesso Pietro I per rendere gloria alle vittorie della flotta russa nel Mar Baltico, fu impreziosito nel tempo dal contributo di:

Niccolò Michetti, Bartolomeo Carlo Rastrelli, Francois Vassé, Ivan Prokof’ev e molti altri.

La struttura odierna conta ben 255 statue e 64 fontane dalle cui bocche si riversano e zampillano eleganti getti d’acqua.

L’acqua scende lungo gradoni finemente rifiniti e si raccoglie nella vasca centrale…

…in cui un Sansone dorato ha la meglio su un leone dalle cui fauci si innalza un getto alto 21 m. La statua è il simbolo del trionfo dei russi sugli svedesi.

Le fontane burlone

Sei ancora in un profondo stato di raccoglimento quando senti provenire – da un punto imprecisato – sommesse risate.

Riconosci la voce di un uomo e una vivida immagine si dipinge nella tua mente:

il volto allegro di Pietro I che si cela dietro alcuni cespugli ad osservare le reazioni di giovani nobili russi sorpresi da improvvisi schizzi d’acqua.

Ti ricordi la domanda sul senso dell’umorismo?

Quello dello zar era proverbiale. Aveva lui stesso ideato degli “scherzi d’acqua” – fontane dalle insolite forme – sparse per i viali dei 2 parchi di Peterhof.

Alla prima vista innocue, queste strutture si azionavano all‘improvviso, bagnando i mal capitati che si trovavano a passare di li.

Ti potresti mai aspettare di essere investito da getti d’acqua mentre passi accanto ad una scultura a forma di quercia, mentre siedi su una panchina o sotto una costruzione a forma di ombrello?

La tua mente magica continua a solcare per la rete idrica di Peterhof, attraverso il sistema di vasi comunicanti dell’ingegnere russo Tuvolkov…

…che ha sfruttato i naturali dislivelli del terreno per collegare tutte le 150 fontane tra loro. L’acqua dalle colline scorre giù per canali lunghi 40km.

Questo sofisticato sistema ha permesso ai reali russi di godere per primi anche dell’acqua corrente in casa.

A un certo punto decidi di chiudere gli occhi per abbandonarti al flusso di immagini delle zampillanti fontane del parco inferiore:

la fontana del sole accanto alla voliera, quella di tritone nei pressi dell’Orangerie, e la snop di fronte a mon plaisir, la piramide di 505 tubi.

…mentre le strutture delle fontane di Peterhof si dipingono e si dissolvono nella tua mente, ad un certo punto la tua attenzione si posa sulla figura di 3 enormi draghi

Cascata della scacchiera

Le 3 bestie mitologiche si ergono a difesa di una grotta, su una naturale collina situata nella parte orientale del parco inferiore, oltre l’Orangerie (aranceto).

Dalle loro fauci però non esce fuoco, ma acqua che si riversa su ampi piani di marmo bianco e nero, da cui la curiosa fontana prende il suo nome:

Cascata della montagna a scacchiera.

Lungo la scalinata della struttura sono poste diverse statue di divinità greche. Manufatti italiani del ‘700, tra i primi ad essere nascosti in periodo di guerra.

Poco distante dalla bizzarra costruzione sorgono le fontane romane – riproduzioni di quelle italiane – e la curiosa fontana piramide costituita da 505 tubi diversi.

La tua coscienza ti riporta nel qui e nell’ora e ti accorgi di essere proprio nei pressi della fontana piramide.

Non sai come è successo, ma interiormente hai la certezza che Petrodvorets è veramente un luogo incantato.

Così ti incammini lungo viale Marly nel parco inferiore passando accanto a una chiesetta gotica e al palazzetto, anch’esso gotico, noto come «la fattoria» attraverso il parco di Alessandro.

Passeggiando non ti accorgi del tempo che scorre, così quando sei a pochi passi dalla casa in stile olandese di Pietro I…

…la magia si riversa ancora nel tuo cuore e come un unguento caldo lo scalda da dentro.

Sei al cospetto di:

Mon Plaisir

la calda e avvolgente sensazione che hai appena provato era la stessa dello zar quando trascorreva il tempo nelle stanze di questo edificio.

Sobrio all’esterno, ma sfarzoso all’interno come l’anima del suo inquilino, Mon Plaisir – dal francese “mio piacere” – ha una facciata rivolta al parco e una al mare.

Le pareti interne – adornate da quadri di scuola olandese e fiamminga del 17° e 18° secolo – rappresentano per lo zar il dolce ricordo della sua adolescenza trascorsa in Europa.

Ma di tutte le 7 sale, più di ogni altro, è il gabinetto cinese ad impressionare.

Alla sua realizzazione concorsero ben 4 illustri architetti: Le Blond, Michetti, Rastrelli e Quarenghi.

Terminata la fugace immersione nelle stanze del piacere di Pietro I, le piacevoli emozioni guidano i tuoi passi lungo il viale Morskoj…

…in direzione di un piccolo ed elegante covo in cui si consumavano intime riunioni conviviali nella totale riservatezza.

L’accesso infatti era garantito a pochi e alla sala privata si accedeva in un modo al quanto bizzarro.

Il Padiglione Ermitage

Giunto di fronte all’opera dell’architetto Braunstein (1724) rivolgi lo sguardo verso l’edificio e i tuoi occhi penetrano le pareti del tempo e dello spazio

…sei al 2 piano dell’edificio, seduto attorno ad una tavola imbandita a festa. I tuoi commensali sono nobili russi che si ristorano lautamente.

Ti accorgi però che nella sala non ci sono né punti di accesso né punti d’uscita. Il curioso mistero viene ben presto risolto:

osservi come gli ospiti, così come i piatti del tavolo, vengono tirati su da un sistema di leve e congegni che isolano i due piani della costruzione l’uno dall’altro.

Dopo esserti ristorato assieme agli amici russi, decidi di tornare in direzione del palazzo grande per concludere la tua escursione.

Il percorso si disegna nella tua mente come un vivido tracciato con precise tappe da seguire:

prima la fontana di Adamo ed Eva e la Cascata dei Leoni sul viale Marly, poi verso lo stagno Marlinskij per le Menezhernye, circondate dai mini tritoni dorati

…risalire la Cascata d’oro e immettersi nella via Morskoj Desant in direzione del Grande Palazzo, passando per l’occasione presso lo stagno Pesochnyj con la fontana delle balene:

Concluso il percorso, risali le scale accanto la Grande Cascata che ti portano nella parte superiore della reggia. Ammiri ancora una volta l’edificio che avevi scorto mentre arrivavi sull’aliscafo magico.

Il tempo è volato via in men che non si dica ed è già ora di congedarsi e si sa, tornare alla realtà è sempre dura, soprattutto perché non hai ancora visto tutto quello che Peterhof ha da offrire.

Come fare?

Prima che Meteor prenda di nuovo il largo in direzione di San Pietroburgo e la magia ti abbandoni del tutto, azzardi un ultimo desiderio:

diventare una piuma e lasciarti elevare in cielo dalle carezze del vento

Il risultato? Prova ad indovinare…

Il parco superiore e dintorni di Peterhof

…in questo luogo incantato dalle atmosfere straordinarie, ogni cosa sembra possibile. Persino librarsi in aria e volare al di sopra dei lacci che ci vincolano al suolo.

Ed è proprio così che il tuo desiderio si esaudisce e cominci ad aleggiare per aria, su e giù, potendo ammirare Peterhof da una nuova prospettiva:

Senti che la magia si sta affievolendo e ti riporta con i piedi per terra.

Anche se l’incanto è giunto al termine, serberai ricordi indelebili di questa avventura.

Prima di abbandonare Petrodvorets ti godi le ultime emozioni vissute mentre eri una piuma:

Meteor è salpato verso San Pietroburgo, la capitale del nord dove altre avventure attendono di essere vissute

Ma prima di salutarci vorrei chiederti di tenere viva la fiamma della magia.

Come? Condividendola con i tuoi amici:

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Informazioni pratiche

Indirizzo: San Pietroburgo, Razvodnaya Ulitsa, 2

Trasporti pubblici: con autobus o con aliscafo in partenza da piazza dei Decabristi e dall’Ermitage

Orario: Il Grande Palazzo – tutti i giorni tranne lunedì e l’ultimo martedì del mese, dalle 10:30 alle 18 (le casse chiudono alle 17) / Per i 2 parchi l’ingresso è libero tutti i giorni dalle 9 alle 19

Sito ufficiale Peterhof

Fonte delle immagini